Delinquenza in aumento: che fare?

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Che le città in Italia stiano diventando sempre più insicure pare un dato inconfutabile, che semplicemente deve essere registrato, per poi essere discusso criticamente. Penso anzitutto a Milano, in cui anche le zone più centrali sono ogni giorno più pericolose. Ma penso ovviamente anche a Roma, che da città eterna è divenuta città insicura per antonomasia.

Una prima causa di questo aumento della delinquenza potrebbe essere ragionevolmente rinvenuta nel clima neocannibalico di competitività universale coerente con la ragione neoliberale: la delinquenza potrebbe sotto questo riguardo intendersi come il neoliberismo continuato con altri mezzi. Il modello di società concorrenziale, centrato sul paradigma del bellum omnium contra omnes, si sposta dal campo economico della competizione commerciale a quello delle periferie.

Una seconda non trascurabile causa mi pare da ravvisarsi nell’aumento endemico della miseria, anch’esso strettamente connesso con l’ordine neoliberale e con le asimmetrie sempre crescenti che esso produce a propria immagine e somiglianza.

Milano, il Duomo

La miseria generalizzata, che ben più della democrazia sembra essere il prodotto della globalizzazione, genera delinquenza: chi non ha più nulla, non ha nulla da perdere e non ha più nemmeno validi motivi per rispettare l’ordine vigente.

Connessa a questa ragione vi è sicuramente la questione dell’immigrazione di massa: se la miseria tende a produrre delinquenza, non stupisce che detta delinquenza si trovi molto spesso nei più disperati, i quali giungono in Europa in condizioni disumane vivendo sulla propria pelle l’esclusione e l’emarginazione e reagendo nelle poco ortodosse vie della delinquenza.

Che fare, allora, al cospetto della delinquenza crescente?

L’ordine neoliberale, che di detta delinquenza come si è visto rappresenta l’ostetrica, propone un’unica ricetta: il potenziamento della sicurezza. La ragione neoliberale è altresì una ragione securitaria: l’ansia securitaria si esprime sia nell’ambito privato, con l’aumento delle cosiddette gated communities, vale a dire i quartieri residenziali recintati da alte mura inespugnabili, sia nell’ambito pubblico, con il dispiegamento di forze armate sul territorio.

Va da sé che una soluzione di questo tipo, soprattutto nella sfera pubblica, può avere anche una sua utilità: a ciascuno di noi, se nel cuore della notte venisse puntato un coltello in centro a Milano a Roma, non spiacerebbe trovare a forze dell’ordine pronte a a sventare la rapina e magari anche l’accoltellamento. Ma questa soluzione opera te sugli effetti, senza andare e a toccare le cause.

E come fare a mettere mano alle e cause, in vista della loro a rimozione? Qui dovrebbe intervenire il grande assente del nostro tempo, vale a dire lo Stato sociale: quello che interviene, appunto, per neutralizzare le cause della delinquenza, producendo lavoro e scuole, servizi e assistenza. Di questa soluzione, naturalmente, l’ordine neoliberale non vuole neppure sentir parlare.

A mo di corollario generale, potremo incrementare finché vorremo i controlli, la sicurezza e la presenza delle forze dell’ordine: in questo modo, però, andremo sempre solo ad agire sugli effetti, senza mai toccare le cause. Se vogliamo davvero estirpare le radici della delinquenza nelle nostre città, dobbiamo rimettere al centro lo Stato. E, dunque, una volta di più, dobbiamo trovare altre piste percorribili rispetto a quelle della ragione neoliberale, che si pretendono le uniche oltre che naturalmente le migliori.

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Autore / Diego Fusaro

Filosofo, saggista e opinionista italiano.

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